E’ la domanda che si è posta l’associazione ambientalista di Greepeace, che ha realizzato un rapporto intitolato “I segreti del tonno”. Tra settembre e ottobre sono state analizzate oltre 2mila scatolette in 173 esercizi commerciali delle diverse regioni. Lo studio ha esaminato una varietà di tonno in scatola, come quello al naturale e all’olio di oliva, e di confezioni, sia in lattina sia in vasetti di vetro.
E’ la domanda che si è posta l’associazione ambientalista di Greepeace, che ha realizzato un rapporto intitolato “I segreti del tonno”.
Tra settembre e ottobre sono state analizzate oltre 2mila scatolette in 173 esercizi commerciali delle diverse regioni. Lo studio ha esaminato una varietà di tonno in scatola, come quello al naturale e all’olio di oliva, e di confezioni, sia in lattina sia in vasetti di vetro.
In attesa dei decreti attuativi, sembra che quantomeno sarà obbligatoria l’indicazione della provenienza del pesce. Come denuncia Greenpeace, “nulla ci viene detto sull’origine del tonno che è stato messo in scatola o su come è stato pescato. Molti consumatori non sanno che la pesca sconsiderata con i FAD, oggetti galleggianti che attirano gli esemplari giovani, sta distruggendo l’ecosistema marino e mettendo a rischio diverse specie, tra cui anche tartarughe e squali”.
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