Il codice serve a capire l’origine geografica dell’uovo e il tipo di allevamento in cui è stato deposto. E in certi casi anche il tipo di mangime dato alla gallina: se questo è biologico, deve essere specificato. Sotto il codice, può essere, facoltativamente, stampata anche la data di scadenza.
La prima cifra del codice è proprio quella che identifica la tipologia di allevamento:
0= allevamento biologico: l’animale è libero, un terreno coltivato a biologico e gli vengono dati mangimi biologici (integrati con al massimo un 20% di mangime tradizionale).
1= allevamento all’aperto: le galline possono razzolare all’aperto per almeno alcune ore al giorno.
2= allevamento a terra: le galline sono chiuse in capannoni dove possono, però, razzolare liberamente.
3= allevamento in gabbia: le galline sono rinchiuse all’interno di capannoni, in batterie a densità tra le 16 e le 18 animali per mq. Le uova vengono deposte su un nastro trasportatore.
Poi segue la sigla del Paese di produzione: le uova di categoria A sono per la stragrande maggioranza prodotte in Italia. Se lo Stato di produzione è al di fuori della Comunità europea, sulla confezione si troverà semplicemente scritto “sistema di allevamento indeterminato”.
Seguono la cifra che identifica il Comune di allevamento, secondo il codice Istat, e la sigla della Provincia di appartenenza. L’ultima cifra, invece, è corrispondente al codice del singolo allevamento di deposizione.
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