3 nov 2008

Il cioccolato si mette in mostra

Alba, la storia del Cibo degli dei

Una mostra golosa, un viaggio nella storia del cioccolato, dai Maya che scoprirono il seme della pianta del cacao, divenuto poi la bevanda degli dei, alla Nutella o alla Sacher di Nanni Moretti: tutto questo e molto altro si può trovare nella mostra ''Cioccolato. Dai Maya al XX Secolo” aperta presso la Fondazione Ferrero di Alba (Cuneo) e curata da Andreina d'Agliano e Fabrizia Lanza. La mostra punta a raccontare il cioccolato come passione tra le più diffuse e contagiose, come sensuale godimento e ''bruno piacere” che, racchiuso in una tazza dorata, sta in mano alla bella dama del dipinto di Emilio Rizzi scelto, non a caso, a simbolo della mostra.

E' la storia di un'avventura che comincia lontano nel tempo e nello spazio, nella giungla equatoriale dei Maya e che prosegue, nelle sezioni successive, con il racconto dell'evoluzione e dei cambiamenti che hanno accompagnato la lavorazione e la consumazione del cioccolato dal 1700 al XX secolo. In Spagna si trasformò quasi in una medicina, poi in bevanda alla moda, ammessa dai Papi anche in periodi di digiuno grazie ai suoi poteri corroboranti. Fu amata da Casanova per i suoi portentosi effetti sull'amore e sull'umore.



Le note di Mozart, che della cioccolata fu grande appassionato, accompagnano il visitatore tra dipinti, argenti e porcellane di varie manifatture europee che documentano il rito del suo consumo, a Versailles come a Roma. La mostra ripercorre poi la produzione e la lavorazione industriale, così come si è sviluppata a partire dall'Ottocento: dalla macchina per raffinare la pasta di cacao e miscellarla con zucchero e vaniglia, progettata nel 1802 dal genovese Bozelli, al processo che consente di isolare il burro di cacao partendo dalla pasta messo a punto dall'olandese Van Houten; dalla “invenzione” del cioccolato al latte del 1875, grazie allo svizzero Daniel Peter, alla creazione del cioccolato fondente attraverso la tecnica del “concaggio” ideata nel 1879 da Rodolphe Lindt a Berna.

Grazie a queste continue trasformazioni, il cioccolato smette di essere un patrimonio esclusivo e diventa un desiderio esaudibile per tutti, si diversifica moltissimo con l’obiettivo di raggiungere tutti e ovunque, assumendo le più diverse forme: pralina, cioccolatino, tavoletta. Macchinari, insegne storiche, immagini d’epoca e film consentono, nella sezione della mostra dedicata alle ottocentesche trasformazioni industriali, di vivere la magia della fabbrica del cioccolato, il luogo dove un seme diventa passione collettiva, espressa in mille forme e sfumature di sapori.



Il Novecento aggiunge al mito del cacao nuovi ingredienti: creatività e design. Grandi artisti, da Fortunato Depero a Federico Seneca a Leonetto Cappiello, vengono messi al lavoro per dar forza a marchi e prodotti. Sulla loro scia, scendono poi in campo esperti di pubblicità e di marketing che fanno di Nestlé, Suchard, Lindt, Tobler, Perugina, Caffarel, Venchi-Unica, Ferrero, Elah Dufour, Feletti, Pernigotti marchi noti a tutti.


Il Cioccolato. Dai Maya al XX Secolo
Alba, Fondazione Ferrero,
Fino al 18 gennaio 2009
Orari di apertura: da martedì a venerdì 15-19;
sabato, domenica e festivi 10-19.
Lunedì chiuso.
Ingresso gratuito. Possibilità di accesso e servizi per disabili. Giorni di chiusura 24, 25, 31 dicembre 2008 1 gennaio 2009

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