Originaria del Mediterraneo orientale, è una pianta erbacea annuale, diffusa allo stato spontaneo in tutta Europa; cresce nei campi e nei terreni incolti, ma viene anche coltivata perché commestibile sia cruda che cotta. Il suo termine scientifico “borago” sembra derivi dal latino tardo “borus”, usato per identificare il lungo mantello di lana di pecora ruvida indossato dai pastori. Su questa pianta c’è anche una leggenda che vede protagonista la Madonna: si dice che anticamente i fiori della borragine fossero candidi, ma che divennero dell’attuale colore perché vi si specchiò Maria. Le civiltà antiche usarono spesso la borragine contro raffreddore, bronchite e reumatismo per le sue proprietà sudorifere. Presso Greci e Latini questa pianta si guadagnò anche fama di tonico nervino consigliato nella cura degli stati depressivi. Tradizionalmente usata dagli antichi Romani nel decorare le case dove si svolgeva un matrimonio, la borragine era aggiunta al vino come antidoto contro la tristezza. Marziale la considerava l’unica erba capace di rallegrare il cuore dell’uomo, e al tempo stesso, qualora la si mangi sovente, di dargli forza e audacia.
In epoca medioevale si iniziò a pensare che la borragine aumentasse anche la portata lattea delle puerpere, per cui in certe zone veniva chiamata “erba delle balie”.
La borragine in cucina viene così usata. Le foglie fresche: nelle insalate per sostituire i cetrioli, nelle zuppe e nel tè freddo per aggiungere un sapore caratteristico. I fiori: nelle torte come guarnizione delicata (mantengono il colore dopo la cottura al forno), nelle tisana, per il sapore delicato e gli effetti calmanti.
In Francia e in Italia si usa friggere i fiori dopo averli passati nell’uovo. La borragine è una delle sette piante che compongono la tipica salsa verde di Francoforte, servita assieme a carne, pesce, patate e verdure.
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