Aumentano i dubbi sul reale effetto dei dolcificanti sintetici:
più che aiutare a perdere peso, sarebbero infatti tra i principali responsabili dell'allarmante crescita dell'obesità in tutti i paesi industrializzati. La rivista 'Jama', in un articolo dedicato agli ultimi studi usciti sull'argomento (di laboratorio, ma anche epidemiologici e clinici), spiega perché.
Dal punto di vista fisiologico, i dolcificanti stimolano i centri cerebrali del gusto in modo diverso, molto di più rispetto allo zucchero normale (lo si è visto con la risonanza magnetica funzionale), e per questo aumentano indirettamente il desiderio di dolce. Inoltre alterano il metabolismo perché al gusto dolce non corrisponde, come atteso dal corpo, un apporto di calorie, e il mancato rifornimento calorico induce l'organismo a cercare altro cibo dolce, accumulando così calorie non necessarie.
Negli animali l'effetto deleterio è molto evidente: se vengono nutriti con dolcificanti, assumono più calorie totali e guadagnano più in fretta peso rispetto agli animali che hanno una dieta che comprende zucchero normale, e hanno un innalzamento della temperatura corporea diverso da quello atteso.
Gli esperti, che hanno rilevato risultati simili con diverse molecole (aspartame, saccarina, sucralosio e altri), e li hanno spesso confermati con test in vitro, sono concordi sulla necessità di compiere studi sull'uomo più approfonditi e prolungati. Anche perché i dati di consumo ed epidemiologici sono preoccupanti: nel 1987, negli Stati Uniti, coloro che consumavano prodotti dolcificati erano poco meno di 70 milioni, ma nel 2000 erano già 160 milioni; nello stesso periodo, l'incidenza dell'obesità è passata dal 15 al 30 per cento della popolazione totale. Ciò dovrebbe quantomeno indurre a un consumo molto più cauto di questi prodotti, in attesa che siano disponibili ricerche e studi definitivi.
Dal punto di vista fisiologico, i dolcificanti stimolano i centri cerebrali del gusto in modo diverso, molto di più rispetto allo zucchero normale (lo si è visto con la risonanza magnetica funzionale), e per questo aumentano indirettamente il desiderio di dolce. Inoltre alterano il metabolismo perché al gusto dolce non corrisponde, come atteso dal corpo, un apporto di calorie, e il mancato rifornimento calorico induce l'organismo a cercare altro cibo dolce, accumulando così calorie non necessarie.
Negli animali l'effetto deleterio è molto evidente: se vengono nutriti con dolcificanti, assumono più calorie totali e guadagnano più in fretta peso rispetto agli animali che hanno una dieta che comprende zucchero normale, e hanno un innalzamento della temperatura corporea diverso da quello atteso.
Gli esperti, che hanno rilevato risultati simili con diverse molecole (aspartame, saccarina, sucralosio e altri), e li hanno spesso confermati con test in vitro, sono concordi sulla necessità di compiere studi sull'uomo più approfonditi e prolungati. Anche perché i dati di consumo ed epidemiologici sono preoccupanti: nel 1987, negli Stati Uniti, coloro che consumavano prodotti dolcificati erano poco meno di 70 milioni, ma nel 2000 erano già 160 milioni; nello stesso periodo, l'incidenza dell'obesità è passata dal 15 al 30 per cento della popolazione totale. Ciò dovrebbe quantomeno indurre a un consumo molto più cauto di questi prodotti, in attesa che siano disponibili ricerche e studi definitivi.
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