6 lug 2008

Mozzarella di bufala


Colore bianco gesso, aspetto di porcellana, consistenza tenera ma non molle, pasta imbevuta di siero che “piange” al taglio.
 Il nome della Dop è propriamente “Mozzarella di Bufala Campana”.

Le aree storiche di produzione sono le province di Caserta (in particolare la zona detta dei Mazzoni, fra Capua, Nola e Aversa), di Salerno (speciale quella di Battipaglia) e alcuni comuni del Napoletano e del Beneventano, ma la zona geografica di riferimento, come da disciplinare, scivola nel Lazio.

I caseifici dell’amata mozzarella non sono solo nella Campania ma a macchia di leopardo si trovano anche in alcuni comuni di Latina, di Frosinone e perfino a nord della Capitale.

Il nome deriva da mozzatura, operazione fatta con le mani per dividere la pasta in bocconi, bocconcini, ciliegine, oppure a treccia.
Da non confondere con l’analogo realizzato con latte vaccino, che erroneamente viene chiamato “mozzarella”, che invece è il fiordilatte.
Si mangia fresca, anzi freschissima ma non appena “mozzata” perché anche la mozzarella di bufala come altri alimenti ha bisogno di 24-48 ore di maturazione, deve riposare per concentrare il sapore.

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