22 apr 2009

Il gelato

Arriva il caldo e la tentazione è irresistibile… già le tv martellano con le novità dell’ estate, cartelloni pubblicitarie con ragazze in bichini e lui… il gelato!
Alimento ghiottissimo, buono e rinfrescante, il gelato è uno degli alimenti più consumati nella bella stagione. A ragione, perché il gelato non solo è buono, ma fa anche bene!
E bando alle diete… se consumato in modo intelligente, a beneficiarne sarà anche la linea. L’ importante è saper scegliere bene tra la miriade di prodotti che si trovano in commercio e non eccedere in golosità.

CHE COS’ E’ IL GELATO
Il gelato è un alimento ottenuto con un procedimento che incorpora aria all’ interno di una miscela liquida in fase di congelamento, con contemporaneo scuotimento. I gelati in circolazione sono di tantissimi tipi, che si ottengono differenziando il metodo di produzione e gli ingredienti utilizzati. E, a proposito di ingredienti… i principali sono latte, zucchero e uova, con i quali si produce la base. I vari gusti sono poi ottenuti aggiungendo altri ingredienti, come polpa di frutta, cioccolato, panna, caffè, ecc.
In realtà, è possibile produrre gelato alla frutta anche senza latte e uova, in modo che abbia meno calorie, ma in questo caso si otterrà un prodotto meno cremoso e gustoso. Molti produttori di questo tipo di gelato indicano anche l’ assenza di zucchero: in realtà il saccarosio viene semplicemente sostituito con il fruttosio, che ha le stesse calorie ma un indice glicemico più basso.

IL GELATO E’ UN ALIMENTO SICURO?
Il gelato è un alimento fresco, che contiene alimenti facilmente deperibili (come le uova e il latte). Tuttavia dal momento della produzione a quello della commercializzazione il prodotto viene sempre mantenuto a temperature molto basse, che bloccano la riproduzione degli agenti patogeni.
Nel caso delle gelaterie artigianali, quasi tutte le gelaterie che non utilizzano preparati industriali, pastorizzano la miscela prima di lavorarla nella gelatiera, il che aumenta ulteriormente la sicurezza del gelato stesso.
Nel caso dei prodotti industriali (come le vaschette che si acquistano nel banco freezer dei supermercati), bisogna avere l’ accortezza non far scongelare il gelato durante il tragitto fino al congelatore di casa, né di far scongelare il prodotto, consumarlo parzialmente e poi ricongelarlo.

QUALITA’ NUTRIZIONALI DEL GELATO: calorie del gelato
Il gelato è un alimento altamente digeribile ma calorico, se si considera che una porzione media è pari a circa 2 etti e contiene da 300 a 500 calorie.
Alcuni nutrizionisti suggeriscono di sostituire un pasto con un gelato poiché si tratta di un alimento completo, ma naturalmente con una porzione normale di gelato non è possibile sfamarsi come avviene invece con un pasto completo (come ad esempio un piatto di spaghetti).
Questo non vuol dire bandire il gelato dalle tavole: semplicemente, bastano alcuni accorgimenti per far quadrare il bilancio calorico della giornata senza sentire fame.
Come? Un esempio è quello di compensare con un pasto ipocalorico a base di proteine (carne o pesce con insalata) e poi concludere il pasto con un bel gelato.

QUALITA’ ORGANOLETTICHE DEL GELATO
Bisogna innanzitutto distinguere tra gelato artigianale e industriale. Le differenze riguardano sia i metodi di produzione che gli ingredienti utilizzati.
Il gelato artigianale di qualità è composto da materie prime fresche, con una fase di incorporatura dell’aria lenta, che raggiunge il 30 - 50% del volume del composto. Non è possibile produrre gelato di qualità senza utilizzare alcuni additivi (peraltro innocui), prima fra tutte la farina di semi di carrube come addensante.
Il gelato industriale, invece, contiene latte in polvere, oli vegetali, e additivi come coloranti, emulsionanti, stabilizzanti e aromi. Solitamente è più soffice e voluminoso, perchè contiene più aria, ma dipende dalla marca.
Insomma, dal punto di vista qualitativo il gelato artigianale non ha nulla da spartire con quello industriale, ma si possono anche trovare gelati artigianali di bassa qualità.

Il gelato artigianale, infatti, può essere fatto utilizzando una base liofilozzata alla quale va aggiunta acqua o latte. Spesso queste basi vengono prodotte con gli stessi ingredienti del gelato industriale. L’ unica differenza è dovuta al fatto che questo prodotto non deve essere conservato a lungo poichè viene venduto al dettaglio dal gelataio giorno per giorno.
È anche vero che attualmente esistono semilavorati industriali di qualità che consentono di produrre un gelato molto buono, dalla consistenza molto cremosa. Se a questi semilavorati neutri vengono aggiunti prodotti di qualità, si otterrà comunque un buon gelato.

COME DISTINGUERE IL BUON GELATO DAL CATTIVO GELATO
La principale arma a disposizione del consumatore è la papilla gustativa: bisogna affinare il gusto, ma non senza aver letto prima gli ingredienti.

GLI INGREDIENTI DEL GELATO
Ogni gelateria deve esporre adeguatamente in vista gli ingredienti del prodotto.
Ecco un criterio semplice per districarsi tra le scritte degli ingredienti. E’ bene scartare la gelateria se:
- il gelato contiene oli/grassi vegetali idrogenati o parzialmente idrogenati;
- il gelato contiene oli vegetali nelle prime posizioni nella lista degli ingredienti (ovvero in quantità determinante).
L’indicazione delle calorie e dei valori nutrizionali non è invece obbligatoria e sono poche le gelaterie che lo fanno.

LE CARATTERISTICHE DI UN BUON GELATO
Più il gelato è cremoso, ovvero meno si avvertono i grumi di ghiaccio, maggiore è la sua qualità.
Se il gelato non si scioglie in fretta, soprattutto se la temperatura è elevata (in estate), allora è probabile che contenga grassi vegatali idrogenati. Meglio evitarlo.
Se il gelato è eccessivamente dolce o troppo “pesante” (vi sentite molto appesantiti dopo che lo avete mangiato), probabilmente la scarsa qualità è stata mascherata caricando con lo zucchero e i grassi e quindi con le calorie.

Il gelato a base di frutta secca può essere utilizzato efficacemente per valutare la qualità media delle materie prime di una gelateria.
Questi gelati sono prodotti con frutta secca macinata e ridotta in pasta (di nocciole, di noci, di pistacchi…). Si tratta di prodotti che costano molto e dunque una gelateria che adotta una filosofia di qualità si differenzierà notevolmente rispetto a una gelateria di media o bassa qualità.
Mentre un gelato alla crema costa al produttore la stessa cifra in tutte le gelaterie, perché il costo del latte e delle uova è circa lo stesso e non influenza molto la qualità del prodotto, un gelato alla nocciola con il 30% di pasta di nocciole del Piemonte IGP sarà molto migliore e costerà al produttore il 50% in più di un gelato con il 15% di pasta di nocciole di media o bassa qualità.
Se vi piace il gelato alla nocciola o al pistacchio, scoprirete che esistono poche gelaterie che lo fanno veramente buono, perché disposte a spendere di più delle altre. È molto probabile che la qualità media del gelato di questi produttori sarà più elevato in generale e non solo per quanto riguarda il gelato alla nocciola.

MANGIARE IL GELATO E TENERSI IN FORMA
1- Limitare l’ acquisto delle vaschette confezionate, e non mangiare mai direttamente dalla vaschetta. Il rischio di non sapersi moderare è elevato. Inoltre la qualità di questi prodotti è a volte discutibile poiché contengono oli vegetali e burro (non dannoso, ma utile a mascherare una scarsa qualità), o addirittura grassi vegetali idrogenati.
Per quanto riguarda il gelato artigianale, è sempre meglio comprare il cono o la coppetta piuttosto che un vassoio da 1/2 kilo da mangiare a casa, per evitare di eccedere con le calorie.
2- Evitare gelati che contengono margarina o oli/grassi vegetali idrogenati o parzialmente idrogenati.
3- Pianificare per quanto possibile la visita alla gelateria, in modo tale da “ammortizzare” le calorie nel pasto precedente o in quello successivo.
4- Prediligere la qualità. Visto che dobbiamo assumere tante calorie, facciamo in modo che ne valga la pena. Tanto meglio se, per arrivare alla gelateria di fiducia, bisogna fare due passi a piedi…

http://www.mondobenessereblog.com/

19 apr 2009

Il limone


Il limone (come gli altri agrumi) viene spesso ricordato per la ricchezza in vitamina C (50 mg ogni 100 g) dall'azione antiossidante e rafforzante sul sistema immunitario ma, a ben vedere, è forse la sua virtù minore.

Ci sono frutti che ne contengono concentrazioni maggiori, come il ribes rosso (200 mg), la guava (243 mg) e il kiwi (85 mg). Ma questo è solo uno degli aspetti di interesse Eccone quattro buoni e sani motivi per consumarne di più. Primo : Stimola l’apparato digerente Nonostante il sapore acido, neutralizza sia l'eccesso di alcali sia l'eccesso di acidi. Per questo va bene sia per chi soffre di dispepsia (digestione difficile) sia per chi soffre di acidità di stomaco. In caso di indigestione, un rimedio popolare consiglia il succo di limone con un cucchiaino di bicarbonato di sodio in mezzo bicchiere d'acqua. Secondo : DepuraIl limone ha un effetto alcalinizzante su tutto l'organismo e fa bene soprattutto a chi segue una dieta ricca di carne e di proteine che produce residui acidi in eccesso, come l'acido urico. Quando il pH (grado di acidità) del sangue e dell'urina tende verso l'alcalinità, i sedimenti urici dei reni e delle articolazioni vengono sciolti ed eliminati meglio: per questo il succo di limone è particolarmente raccomandato a chi soffre di gotta o artrite. Terzo : Scioglie i calcoli Renali.I sali di acido citrico contenuti nel succo di limone, tra cui il citrato di potassio, ostacolano la formazione dei calcoli renali e ne facilitano lo scioglimento. Unita all'azione alcalinizzante, fa del succo di limone una vera e propria medicina per i reni "problematici". Quarto Protegge i capillari e le venerdì Il limone, grazie al suo alto contenuto di glucosidi come l'esperidina e la diosmina e di flavonoidi dall'azione simile a quella della vitamina PP, rafforza i vasi capillari e migliora la circolazione venosa. La vecchia medicina naturalista locale suggeriva una ricetta che molti hanno giudicato e giudicano di estrema utilità. Al mattino prima del caffè o di quant’ altro assumere un buon bicchiere di acqua tiepida con dentro sciolto il succo di mezzo limone. Un’altra ricetta importata in Calabria dagli emigranti in Venezuela è quella di assumere il caffè senza zucchero con tre o quattro gocce di limone. Il mal di testa scompare immediatamente.


13 apr 2009

Riso transgenico in commercio

I rappresentanti dei Ventisette saranno chiamati a decidere, fra 10 giorni, se autorizzare al consumo umano una varietà di riso transgenico coltivato con l’uso di un erbicida tossico per la riproduzione, che sarà proibito nell’Ue a partire dal 2017.
La Commissione europea, appoggiandosi su un parere favorevole dell’Efsa (l’Autorità di sicurezza alimentare di Parma), chiede agli esperti del Comitato permanente per la catena alimentare e la salute animale, che si riuniranno il 20 aprile a Bruxelles, di approvare la commercializzazione nell’Ue del riso geneticamente modificato LL62, prodotto dalla Bayer e destinato a uso alimentare (ma non alla coltivazione).
Si tratterebbe della prima autorizzazione comunitaria per un Ogm destinato direttamente al consumo umano, e non ai mangimi per animali d’allevamento, come sono in genere le diverse varietà di mais transgenico finora approvate.
Il riso LL62 è stato modificato con l’inserimento di un gene che rende la pianta tollerante all’erbicida glufosinato, prodotto dalla Bayer con le denominazioni commerciali ‘Basta’ e ‘Liberty’ (la sigla LL sta per Lberty Link). La modificazione genetica permette agli agricoltori di cospargere le piantagioni di riso con l’erbicida, che elimina tutte le piante infestanti, ma non ha effetti sul riso stesso.
Nel 2007, il glufosinato è stato riautorizzato nell’Ue per dieci anni, in base alla legislazione sui pesticidi. Proprio l’Efsa, tuttavia, che nel 2007 aveva dato il suo via libera ‘tecnico’ al riso LL62, nel 2005 aveva fornito un parere piuttosto inquietante sulla tossicità per la riproduzione (reprotossicità) di quest’erbicida, concludendo che c’erano “alti rischi”in caso di ingestione per i mammiferi, un “rischio acuto” per i bambini, e che in certi casi poteva esserci anche un’esposizione troppo alta per gli agricoltori. Proprio perché classificato come ‘reprotossico’, inoltre, il glufosinato sarà proibito nell’Ue a partire dal 2017 (l’autorizzazione non sarà più rinnovata), secondo quanto prevede la ‘lista nera’ inserita nella nuova legislazione Ue sui pesticidi, che il Parlamento europeo ha approvato nel gennaio scorso.


http://magazine.quotidianonet.ilsole24ore.com/ecquo/

10 apr 2009

PASQUA: LAV PROPONE RICETTE VEGETARIANE A DIFESA ANIMALI E SALUTE

Gonfietti all'erba cipollina e curry. Casarecce di farro agli asparagi. Champignon e rucola in insalata. Pere in salsa di cioccolato e nocciola.
Sono solo alcune delle ricette proposte per Pasqua dalla Lega antivivisezione (Lav), a difesa degli animali, ma anche della salute. E' stato ormai accertato, infatti - scrive la Lav in una nota - che il consumo di carne e grassi animali può causare, direttamente o indirettamente, numerose malattie come alcuni tipi di cancro e patologie cardiocircolatorie. Ecco perché chi sceglie un'alimentazione vegetariana, cioè già il 9,5% degli italiani, oltre a risparmiare torture e morte ad almeno a 20 animali l'anno, ci guadagna anche in salute, afferma l'associazione. Le cifre relative ai pranzi pasquali classici sono impressionanti, assicura. Secondo l'Istat, nel marzo 2008, in cui si è celebrata la Pasqua, sono stati macellati 669.539 agnelli e 84.495 agnelloni. Il numero di capretti e caprettoni macellati nello stesso mese è stato di 85.036, per un totale di 872.070 tra ovini e caprini. E rispetto al marzo 2007, si è registrato purtroppo un aumento del 34% degli agnelli macellati e del 28% degli agnelloni (+38% delle macellazioni totali di ovicaprini). Ancor più allarmante il dato di dicembre 2008, quando sono stati macellati 1.765.478 agnelli, 135.263 agnelloni, 108.702 tra capretti e caprettoni, oltre agli animali adulti, per un totale di 2.071.364 ovicaprini macellati. Stime che confermano l'abitudine dei consumatori italiani a mettere in tavola le carni di questi animali, durante festività che dovrebbero simboleggiare invece pace e fratellanza, continua la Lav. Che quindi fa appello ai consumatori affinché non si facciano complici di questo sterminio, preferendo per la tavola della festa un menu alternativo, scelta etica e morale, privo di ingredienti di origine animale, e proprio per questo ancor più sano e gustoso. Sono molte le pietanze con le quali ci si può sbizzarrire senza la necessità di uccidere degli animali. Sul suo sito www.lav.it , oltre a informazioni e consigli per coloro che decidano di avvicinarsi a questa scelta alimentare, la Lav propone dunque alcune sfiziose ricette per un menu vegetariano di Pasqua (alla pagina www.lav.it/index.php?id=1286).

http://www.adnkronos.com/IGN/hp/index.php

Pastierine napoletane

Pastierine napoletane



Gr 450 di pastafrolla
Gr 200 di grano
Gr 200 di ricotta
Gr 100 di zucchero
2 uova
1 dl di latte
Gr 50 di cedro e scorza d’arancia candita
Cannella in polvere
Zucchero a velo
1 cucchiaio d’acqua di fior di arancio
1/2 scorza di limone
12 stampini per muffin

Mettete in una piccola casseruola il grano, unite il latte e mescolate su fuoco basso, finchè otterrete un composto cremoso. Mettete la pasta frolla tra 2 fogli di pellicola o di carta da forno e stendetela in uno strato sottile. Ritagliate 12 dischetti di circa 15 cm di diametro e rivestite ogni stampino tenendo da parte i ritagli di pasta. In una ciotola lavorate a crema la ricotta con lo zucchero, incorporatevi un tuorlo per volta e l’acqua dei fiori d’arancio. Aggiungete quindi il composto di grano, la frutta candita tagliata a dadini, la scorzetta di limone grattugiata e una buona presa di cannella. Montate gli albumi a neve ben ferma ed incorporateli delicatamente al composto. Distribuitelo negli stampini e livellate la superficie. Lavorate nuovamente gli avanzi di pasta, fatene una sfoglia col mattarello e ricavatene striscioline che disporrete a griglia. Cuocete nel forno a 180° per 35’ e poi spolverizzatele con zucchero a velo.

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Focaccia pasquale: Campana della Festa

Campana della Festa
Gr 500 di pasta lievitata
Gr 30 di burro
Gr 50 di gruyere grattugiato
timo
1 gambo di cipollotto
Allargate la pasta, distribuite sopra il burro morbido a dadini, il formaggio, il timo ed il cipollotto tritato.
Lavorate energicamente e quando sarà ben amalgamata date alla pasta la forma di una ciambella, decorate a piacere.
Mettetela su un foglio di carta da forno, coprite e fate lievitare per 1 ora.
cuocete la ciambella in forno a 220° per 40’.


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9 apr 2009

Torta pasqualina

Torta pasqualina
Torta Pasqualina
Gr 600 di farina
Cl 10 di olio
Kg 1 di bietoline
Gr 100 di parmigiano
Gr 400 di ricotta
9 Uova
Sale
Pepe
maggiorana

Impastate energicamente la farina, un pizzico di sale e 5cl di olio unendo, se necessario, l’acqua sufficiente per ottenere un impasto sodo ed omogeneo. Dopo 10’ di lavorazione suddividetela pasta in 14 panetti; infarinateli, copriteli con un canovaccio e fateli riposare per 1 ora.
Nel frattempo mondate le bietoline, lavatele e cuocetele con la sola acqua delle verdure. Scolatele, strizzatele, tritatele e versatele in una terrina insieme a 50 gr di parmigiano, la ricotta, 3 uova ed un pizzico di maggiorane. Regolate di sale e pepe, quindi mescolate con cura il composto.
Infarinate la spianatoia e tirate con il mattarello un panetto di pasta ricavandone una sfoglia molto sottile.
Ungete con un filo d’olio una tortiera apribile e disponetevi il disco di pasta facendone ricadere i bordi all’esterno. Spennellate la sfoglia con un velo di olio e disponetevi sopra un altro disco, steso come quello precedente. Proseguite in questo modo sovrapponendo 6 strati di sfoglia.
Versate sull’ultimo strato il composto di bietoline e ricotta, livellatelo bene con una spatola e cospargetelo con il parmigiano rimasto. Utilizzando il dorso di un cucchiaio, predisponete nella farcia 6 cavità e rompete un uovo all’interno di ognuna.
Con i panetti rimasti realizzate altre 7 sfoglie sottilissime, che sovrapporrete una per volta sulla farcia ungendole via via con un velo d’olio. Punzecchiate l’ultimo strato con una forchetta, insaporitelo con una spennellata di olio ed infornate per circa 1 ora a 180°.
A cottura ultimata, sfornate la torta pasqualina e lasciatela completamente raffreddare prima di estrarla dalla tortiera e servirla in tavola.


7 apr 2009

Campane di Festa

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Campana di Festa

6 uova

Gr 100 di burro

Gr 75 di farina

Gr 75 di fecola

Gr 50 di cacao amaro

Gr 50 di cioccolato fondente

Gr 200 di zucchero

4 cucchiai di latte

2 pizzichi di lievito in polvere

1 pizzico di sale fino

Farcitura:

gr 150 di cioccolato fondente

Gr 150 di zucchero a velo

Gr 120 di burro

2 cucchiai di Kirsch

Decorazione:

Gr 100 di panna montata

 

Spezzettate il cioccolato fondente in una casseruola. Ponete la casseruola in una più grande che la contenga e riempite a metà di acqua calda.

Mettete sul fuoco e fate sciogliere il cioccolato a bagnomaria per 5’. Sgusciate le uova in una terrina. Aggiungete lo zucchero e montatele con una frusta a mano per 8’, oppure 5’ con la frusta elettrica., finchè il composto non sia ben gonfio. Mescolate insieme la farina e la fecola, aggiungete il cacao, il sale ed il lievito.

Setacciatele poco alla volta sul miscuglio di uova, mescolando dal basso verso l’alto. Unite il latte e mescolate bene. Versate 90 gr di burro in una padellina e fatelo sciogliere, togliete dal fuoco e fate raffreddare. Non deve colorire troppo. Versate il burro sul composto di farina, mescolando con delicatezza per non smontarlo. Aggiungete il cioccolato fuso, mescolate.

Imburrate la teglia, rivestitela con carta da forno inumidita, facendola aderire bene. Ritagliate la carta in eccesso sol coltello. Versate il composto preparato al cioccolato.

Battete la teglia sul piano di lavoro per distribuire bene il composto in modo uniforme.. Mettete in forno e cuocete per 40’.

Per la farcitura:

Ammorbidite l’altro burro a temperatura ambiente. Sciogliete a bagnomaria il cioccolato. Versate il burro in una ciotola e lavoratelo con una spatola per 3’, finchè diventa cremoso. Unite lo zucchero a velo, setacciandolo piano piano e amalgamate gli ingredienti. Incorporate il cioccolato fuso nel burro e mescolate con una frusta. Lavorate il composto 3’ finchè è leggero e morbido. Lasciate riposare per 10’.

La campana:

Togliete dal forno la base. Lasciate riposare per 5’. Sformate l’impasto su auna gratella e lasciatelo raffreddare. Disegnate su un cartoncino la sagoma di una campana, delle dimensioni del disco di pasta. Ritagliate la campana. Appoggiate la sagoma sulla base di pasta e tagliate lungo il bordo con un coltellino affilato.

Infine tagliate la campana, orizzontalmente, in 2 strati. Versate il kirsch in una ciotola e diluitelo con 1/2 bicchiere di acqua. Spennellatelo sui 2 strati della campana.Spalmate la base con metà crema di cioccolato. Ricomponete la campana e rivestitela con l’altra crema rimasta. Riponetela in frigo a consolidare fino al momento di servire. Togliete la campana dal frigo e sistematela su un piatto da portata. Decorate il dolce con ciuffetti di panna distribuiti lungo i bordi e trasversalmente formando 2 fasce come nella foto.Servite.

1 apr 2009

Colomba a strati

Colomba a strati

Gr 300 di colomba
Gr 300 di lamponi
Gr 185 di cioccolato bianco
Gr 50 di burro
Dl 1.5 di panna fresca
2 albumi
1 cucchiaio di Cointreau
1 arancia
Gr 50 di zucchero a velo

Ricavate dalla colomba 3 larghe fette uguali tra loro. Mettete ogni fetta tra 2 fogli di carta da forno, sovrapponetele una sull'altra, posatevi sopra un tagliere ed un peso e lasciatele così circa un' ora. Spolverizzate poi ogni fetta con zucchero a velo, adagiatele su una placca da forno e fatele tostare sino a quando saranno leggermente caramellate.
In una ciotola, montate la panna fredda finchè saraà soda. In un'altra ciotola, sbattete gli albumi a neve. Tenete tutto da parte.
Fate fondere il cioccolato bianco a pezzetti in una casseruola a bagnomaria, unitevi il burro e sbattete finchè la crema diventerà liscia e cremosa. Lasciate raffreddare, ma non solidificare, quindi mescolatevi la scorza d'arancia grattugiata.
Tagliate a spicchi l'arancia e mettetela da parte.
Incorporate delicatamente la panna montata al cioccolato fuso, unitevi il liquore e mescolatevi gli albumi a neve.
Adagiate una fetta di colomba su un piatto, distribuitevi parte della crema, quindi uno strato di lamponi con la punta verso l'alto. Proseguite a strati.
Spolverizzate con lo zucchero a velo, guarnite il centro con le fette d'arancia e tenete in frigo fino al momento di servire.

Torta Colombina

Torta Colombina

Gr 240 di Farina
Gr 125 di burro
Gr 70 di zucchero a velo
1 Uovo
2 cucchiai di cacao amaro
1 limone
1 bustina di vanillina
Sale

Ripieno:
Gr 150 di Colomba
3 uova
Gr 80 di zucchero
Gr 80 di burro
2 cucchiai di cacao amaro
1 cucchiaino di zucchero a velo

Per la pasta frolla:
Setacciate insieme la farina, il cacao e lo zucchero a velo, fate la fontana ed al centro mettete il burro ammorbidito a pezzetti, un pizzico di sale, la vanillina, l'uovo e la scorza del limone grattugiata.
Impastate velocemente per ottenere una pasta morbida e compatta, ma senza lavorla troppo, fate una palla, avvolgetela nella pellicola e lasciate riposare in frigo per 1h.
Montate i tuorli a bagnomaria con il burro e lo zucchero facendo attenzione a non far bollire l'acqua sottostante. A metà preparazione aggiungete la colomba sbriciolata e continuate a mescolare fino a che il composto non avrà raddoppiato il volume.
Togliete dal fuoco, fate freddare ed incorporate gli albumi montati a neve. Stendete la pasta frolla in uno strato sottile e foderate una tortiera a cerniera precedentemente imburrata. Bucherellate la pasta con una forchetta e cuocetela per 10' a 160°, poi estraetela e lasciatela raffreddare.
Riempite il guscio con la crema e rimettetela in forno per 20'.
Lasciatela intiepidire, estraetela delicatamente dallo stampo e spolverizzatela col cacao.
Nel centro spolverizzate con zucchero a velo.

Pasqua senza crudeltà!!!


Disclaimer

Questo blog non costituisce una testata giornalistica. Non ha carattere periodico ed è aggiornato secondo la disponibilità e la reperibilità dei materiali. Pertanto non può essere considerato in alcun modo un prodotto editoriale ai sensi della Legge. n. 62 del 2001.